
Che i temi di questo blog siano più legati di quanto possa sembrare inizialmente credo sia chiaro, come è chiaro che in questi primi giorni di pubblicazione io faccio di tutto per proporre post che intreccino questi stessi temi.
Chiusa la premessa, parliamo di uno dei dischi più belli di Umiliani, Da Roma a New York (RCA A 10V 103), un LP in formato 10" pollici che nel 1957 ha dato la scossa al jazz italiano, e venduto - come si diceva allora - "nei migliori negozi di dischi" al prezzo di 2.940 lire.
Un suono internazionale come mai si era sentito sino ad allora nel nostro paese. Umiliani dirige I Suoi Solisti con un gusto swing naturale, morbido ed energico allo stesso tempo. Il disco rappresenta la maturazione jazzistica di Umiliani, non più propositore di brani ispirati dal jazz newyorchese ma in grado di produrre un sound innovativo, internazionale, paradossalmente più americano degli stessi americani.
Oltre all'omonima title track altri otto brani compongono il microsolco e precisamente Soraya, La Fanciulla dai Capelli di Nylon, Blues for Tony Sciacca, dedicato al sassofonista noto in America come Tony Scott, Vasi a Samo, Kon-Tiki, Canzonetta, I Sette Peccati, Aria di Danza, Sic et Simpliciter.
Piero nel corso della sua vita andrà più volte a New York, passeggiando per ore e ore lungo le sterminate street della città, trovando il jazz dappertutto, tra i musicisti di strada, nei bar, nelle locandine di Broadway e - ovviamente - nei negozi di dischi, soprattutto quelli più piccoli e specializzati, dove acquistava decine e decine di dischi e, quando trovava uno dei suoi album in vendita, si sorprendeva sempre un pò, con un misto di orgoglio e incredulità del fatto che un suo LP fosse a fianco di uno di Duke Ellington.
Se volete ascoltare un piccolo estratto del disco visitate la pagina Jazz dall'Italia del sito di Piero Umiliani, la traccia 6 della Jazz Playlist è Aria di Danza. E magari, con l'occasione, ascoltate anche gli altri clip...
biello!!!
RispondiEliminada caro