Nell'ultimo doppio numero del magazine Blow Up c'è un lungo articolo sulla Library Music, ricco di approfondimenti e curato con attenzione da Valerio Mattioli.
Tra i vari personaggi che hanno caratterizzato il mondo delle sonorizzazioni non poteva mancare Piero Umiliani, fondatore di alcune etichette dedicate appositamente a questo particolare settore musicale e ai sottofondi televisivi e documentaristici.
La riscoperta della Library Music è cosa recente, ispiratrice di molti gruppi nazionali e internazionali e l'articolo di Mattioli fa il punto sulla situazione con dovizia di particolari storici e riferimenti all'attualità.
A volte questi dischi contengono brani di straordinario valore musicale e hanno costituito in più di un'occasione l'opportunità per i compositori di sperimentare, magari pubblicando in questo modo quello che per miopia o per incultura musicale i patron delle multinazionali dell'epoca ritenevano impubblicabile.
Last but not least, l'ampio corredo icnografico dell'articolo tra cui una foto dei, per qualcuno mitici, SoundWorkShop Studios di Piero Umiliani dove tra gli anni 60 e 70 il maestro incise decine e decine di vinili oggi divenuti di culto tra i collezionisti.
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